Lo sfratto non è piu’ l’unica soluzione

Lo sfratto della famiglia di Adriana non si fa piu’. Andranno in un cosiddetto alloggio ponte, una casa per tutta la famiglia, con un contratto temporaneo di sei mesi. L’avventura pubblica di questa famiglia è cominciata il 5 novembre 2008 , data del primo presidio antisfratto, grazie al quale, insieme alle famiglie e ai precari del collettivo sottotetto, era stata impedita l’esecuzione di sfratto dalla casa di via Zambonini 1. Allora pareva che non vi fossero soluzioni , se non, in un secondo momento, la proposta inaccettabile di una struttura per l’accoglienza solo per Adriana e il figlio dodicenne. Questa proposta è stata l’unica fino al 12 gennaio mentre la definitiva esecuzione di sfratto con l’intervento della forza pubblica era fissata per il giorno successivo.

Eseguire lo sfratto oggi non sarebbe stato semplice: la famiglia di Adriana si sarebbe rifiutata di uscire, come gia’ aveva pubblicamente annunciato, e insieme a loro decine di persone erano disposte a interporre i propri corpi per evitare che questo
nucleo finisse per la strada e per l’ennesima volta venisse calpestato il diritto alla casa in questa citta’.

Quando il 5 novembre 2008 abbiamo effetuato il primo blocco ci è stato detto che: a) – Non serviva a nulla. b) – Che non era
con gesti illegali che si poteva difendere il diritto di qualcuno ad avere una casa. Siamo felici di averli smentiti perchè: a) – Da una situazione disperata senza vie di uscita si è passati a trovare una soluzione. b) – Se avessimo obbedito alla legge che ci imponeva di lasciare quella casa ora Adriana, Mario e Karim sarebbero in strada.

Siamo coscienti che come Adriana migliaia di persone si vivono i costi della crisi economica, ci rammarica che per avere un tetto sulla testa sia necessario essere in forte difficoltà, preferibilmente in stagione pre-elettorale. Ci chiediamo come faranno
tutte le altre persone nei prossimi tempi.


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