1 MAGGIO 008

PER UNA GIORNATA DI LOTTA 
A REGGIO EMILIA! 

 
 

Reggio Emilia ha visto negli ultimi anni uno sviluppo edilizio
spropositato, milioni di metri cubi di cemento, decine di migliaia di
case.

Basta guardarsi intorno girando per la
città, senza un occhio particolarmente attento, senza nessuna
particolare sensibilità. Basta guardare.

Ma siamo qui per parlare del primo
maggio, il primo maggio di mobilitazione lanciato dall’associazione
Città Migrante, e cosa c’entrano le case, cosa c’entra
l’edilizia con i migranti?

Andiamo a vedere, facciamoci qualche
domanda, proviamo a darci qualche risposta.

CHI COSTRUISCE IN QUESTA CITTÀ?

Materialmente, oggi, in questa città
chi costruisce sono i migranti, preferibilmente senza permesso di
soggiorno in modo da poter essere più ricattabili, e
preferibilmente, ma va da sé, con l’acqua alla gola e disposti
quindi a lavorare tanto per ricevere poco,quando non addirittura
niente. Come si dice: minima spesa, massima resa.

PERCHÈ SI COSTRUISCE IN
QUESTA CITTÀ?

Sicuramente lo scopo di tanto gettar
cemento non è garantire il diritto ad un’abitazione degna, ad
una casa, alla popolazione . Ci sono più case che famiglie
residenti ma ci sono anche famiglie senza casa. Che non sia
speculazione? Che non sia rendita? Che non si vogliano usare le
costruzioni a mo’ di cassaforte per custodire gli investimenti di
chi nelle banche non può confidare? Non sarà, come
diceva il famigerato slogan, che “l’economia gira con te?”

CHI CI GUADAGNA?

A guadagnare sull’anomalia edilizia
reggiana sono sicuramente in tanti: costruttori, mafiosi ,
amministrazioni conniventi…

Chi invece non ci guadagna è la
manovalanza sfruttata, i lavoratori usa e getta, quelli che ci si può
anche permettere di non pagare, gli esseri umani a progetto, le
persone a tempo determinato.

Chi non ci guadagna sono tutti quelli
che non si possono e non si potranno mai permettere una casa ai
prezzi spropositati che raggiungono le abitazioni in questa città,
chi non fa parte dell’eccellenza reggiana, compresi naturalmente
coloro che le case le costruiscono.

MA IN TUTTO QUESTO COSTRUIRE, SOTTO
QUESTO CIELO CHE ORMAI VEDIAMO SOLO ATTRAVERSO I FERRI DELLE GRU,
QUANTE CASE PUBBLICHE STANNO SORGENDO?

Non ci si crederà, ma nessuna
casa pubblica sta sorgendo sotto il nostro cielo.

Se ne stanno demolendo, se ne stanno
distruggendo a suon di martellate con brillantissime operazioni
“antiabusivi” (ma siamo sicuri che gli abusi stiano proprio lì
dove dall’alto cercano di farci guardare?) ma l’edilizia pubblica non
è più contemplata nell’agenda politica: yes, we can!
Possiamo eliminare ogni traccia di casa popolare.

QUAL’È IL RUOLO DELLE
ISTITUZIONI IN TUTTO CIÒ?

Le istituzioni giocano ruoli
fondamentali nella riuscita di questi piani:

– approvano piani regolatori criminali
che prevedono calate di milioni di metri cubi di cemento su un
territorio che dovrebbe essere bene comune

  • eliminano l’edilizia pubblica per
    aiutare i privati nel loro scopo di raggiungere il monopolio totale
    del bene casa

  • promuovono campagne del terrore
    contro gli immigrati senza permesso di soggiorno

  • si fanno paladini della legalità
    che, tradotto in soldoni significa utilizzare le leggi
    “anticlandestino” come mezzo per mantenere schiavi i lavoratori
    utili e condannare qualsiasi atto di riappropriazione da parte di
    chi è stanco di non avere una casa (al secolo i
    pericolosissimi occupanti )

COSA POSSIAMO FARE NOI PER CAMBIARE
LE COSE?

 

Possiamo ripartire dal basso, possiamo
unirci con tutti quelli che da queste operazioni non hanno nulla da
guadagnare, lavoratori migranti, precari italiani, senza casa.

Possiamo ricominciare a prenderci
quello che ci hanno tolto e quello che non abbiamo mai avuto.

Possiamo essere in piazza

tutti e tutte


il primo maggio a Reggio Emilia!

 

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