IL SOTTOTETTO ALL’ASSESSORATO ALLA CASA

CONSEGNATE OLTRE 200 FIRME RACCOLTE IN SOLI TRE GIORNI

PER “DENUNCIARE” PUBBLICAMENTE L’ASSESSORE E TUTTA LA GIUNTA

DI DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO

Questa mattina verso le 11.30 alcuni membri del collettivo sottotetto
si sono presentati nell’ufficio dell’assessorato alla casa, retto da
Carla Maria Colzi di Rifondazione Comunista, per denunciare la
vergognosa devastazione del bene comune messa strategicamente in atto
nelle case popolari del quartiere compagnoni
, dove Comune e ACER
continuano a inviare i loro manovali per sfasciare i sanitari e gli
infissi
(vetri, porte, finestre) degli appartamenti vuoti allo scopo di
renderli inagibili per chi si trovi in stato di necessità.
Operazione
che tra l’altro viene svolta in palazzi che sono ancora abitati da
alcuni nuclei famigliari con evidenti conseguenze nell’ambito della
sicurezza e del degrado strutturale degli edifici.

Tutto questo
dopo che un anno fa, lo stesso assessore aveva dichiarato che “gli
appartamenti sfitti di via Compagnoni vengono tenuti liberi per
rispondere ad eventuali situazioni di emergenza abitativa,
per questo
sono al momento inutilizzati” .

Sono state raccolte da lunedì 7 ad
oggi, tra cittadini di reggio, dentro e fuori dal quartiere, centinaia
di firme per denunciare simbolicamente assessore e giunta comunale per
“devastazione e saccheggio del bene comune”, si richiede il massimo
della pena, che per il suddetto reato è pari a 15 anni di reclusione,
commutato in eguale periodo di interdizione ad ogni funzione pubblica
per chi prima distrugge e poi lucra su un bene pubblico costruito e
pagato col sudore dei cittadini.

Il vergognoso progetto di
“riqualificazione edilizia” del quartiere compagnoni è in realtà solo
una facciata che nasconde un piano di speculazione per milioni di euro,
e che vede demolito il patrimonio immobiliare pubblico, per lasciare
spazio a edilizia privata ad altissimo profitto visto il valore
immobiliare dell’area Canalina
, vicino alla campagna ma anche ad un
passo dal centro e da tutti i servizi. Una speculazione che vede
chiaramente collusi giunta comunale ed imprese edili in un circolo che
ha i connotati di una vera e propria mafia reggiana.

Tutto questo
mentre ogni giorno a Reggio Emilia e in ogni parte d’Italia (Roma,
Trieste, Firenze, Napoli, Milano e molte altre) vediamo un’impennata
dell’emergenza abitativa legata alla precarietà capillare del nostro
sistema e al cappio sempre più stretto del carovita, complici anche le
banche e i loro mutui a tasso variabile.

Ci chiediamo come in un
momento del genere, in una città che pretende di definirsi di centro
sinistra le sfere della politica si permettano di distruggere
l’edilizia popolare e in genere privatizzare ogni bene comune (acqua,
gas, energia, case, rifiuti) per riempire le proprio tasche o
semplicemente le loro poltrone.

Il collettivo sottotetto si propone
di recuperare le case pubbliche abbandonate a marcire e di far rivivere
un quartiere che è un pezzo di storia di questa città attraverso una
socialità reale e dal basso. Solo un quartiere vissuto può essere
sicuro per chi lo vive, famiglie, anziani, bambini e giovani
.

- ascolta l’intervento di Daniele del collettivo Sottotetto
[ audio ]
- galleria fotografica

Comments are closed.