Le associazioni di Casa Bettola portano il progetto in Provincia

Oggi le associazioni della casa cantoniera di via Martiri della Bettola  hanno indetto una conferenza stampa davanti a palazzo Allende per rendere pubbliche le evoluzioni del progetto “Casa Bettola”.

L’esperienza della casa cantoniera è stata, durante l’estate, oggetto di pubblico dibattito conseguente alle minacce di sgombero dei locali e vendita degli stessi da parte della Provinca. Sempre durante l’estate diverse associazioni si sono unite al progetto, arricchendolo con le proprie tematiche e con la propria partecipazione, nell’ottica condivisa della difesa degli spazi pubblici come beni comuni e del loro utilizzo per fini sociali, soprattutto in un periodo come quello che stiamo attraversando in cui le amministrazioni pubbliche, a causa anche degli enormi tagli effettuati dalle ultime finanziarie, si trovano in difficoltà nel garantire risposte efficaci all’aumento di povertà diffusa causato dalla crisi.

Nel mese di agosto si è tenuto un incontro ufficiale fra i promotori del progetto Casa Bettola e l’assessore Acerenza  durante il quale ci è stato comunicato che da quel momento la referente per le trattative sullo stabile è diventata la Presidente Sonia Masini e che la presidente stessa ci avrebbe contattato per un ulteriore incontro. Nel contempo noi ci impegnavamo a redigere un nuovo progetto che comprendesse tutte le attività dei nuovi gruppi e associazioni unitisi durante gli ultimi mesi.

Da allora non ci sono stati altri contatti con l’istituzione, sicuramente a causa delle tante priorità che in questo periodo sono all’ordine del giorno dell’amministrazione.

Il progetto completo e aggiornato è però stato scritto ed i lavori di autorecupero stanno procedendo con la partecipazione dei seguenti gruppi promotori:

Collettivo Sottotetto (sportello per il diritto alla casa e spazio incontro per famiglie)

COBAS – comitati di base della scuola (riunioni sindacali e sportello pubblico)

Ass. Ya Basta! Reggio Emilia (uffici operativi ed organizzazione di seminari,dibattiti e corsi               di formazione sul tema della cooperazione internazionale)

Ass. Animali Sociali (organizzazione eventi e incontri su urbanistica e territorio, progettazione dell’autorecupero e gestione orto collettivo)

Alternativa Libertaria (organizzazione di eventi e dibattiti su temi storici ed attuali di interesse sociale)

Laboratorio Quarto Stato (organizzazione di iniziative e laboratori su temi quali pianificazione, urbanistica, mobilità, spazio pubblico, diritto alla casa e alla città – istituzione di un archivio cittadino)

Gruppo di Acquisto Solidale Il Setaccio (promozione del consumo consapevole, punto di stoccaggio e distribuzione dei beni acquistati tramite il GAS)

E’ da questi gruppi che nasce l’esigenza di aggiornare la comunità sugli sviluppi e sull’avanzamento del progetto, e a tal fine invitiamo tutte e tutti alla presentazione pubblica che si terrà SABATO 6 NOVEMBRE alle ore 17.00 alla Casa Cantoniera di via Martiri della Bettola nr.6: la giornata prevede un momento di aggiornamento sul nuovo progetto ed un momento di approfondimento sui lavori di autorecupero dello stabile.

A proposito dei lavori di autorecupero che, ricordiamo, vengono svolti in maniera autonoma ed autofinanziata su un luogo che è bene pubblico e comune, comunichiamo che è stato aperto un post pay a nome di Michele Salsi aderente del progetto Casa Bettola al nr.4023600588695587 a disposizione di chi voglia sostenere economicamente questo progetto.


Un progetto di autorecupero per dare nuova vita a Casa Bettola

L’associazione Animali Sociali ha svillupato un progetto con la finalità di riqualificare dal punto di vista architettonico e sociale l’edificio della casa cantoniera in Via Martiri della Bettola, patrimonio pubblico finora inutilizzato, e restituirlo alla città con un’identità e una funzione pubblica di partecipazione e condivisione di spazi.

Il progetto rimane aperto a qualsiasi proposta, interazione, suggerimento e arricchimento che può venire dalla città: è stato pensato in modo da essere flessibile ed espandibile e per essere realizzato con budget ridotto e avvalendosi della collaborazione e della partecipazione delle associazioni.

Le attività del Progetto Casa Bettola, si integrano con la vita del quartiere e potrebbero rappresentare un servizio aggiuntivo per la città, rispondendo a un’esigenza di luoghi di incontro, confronto e di rappresentanza civica e civile.

Qui sotto trovate la relazione di progetto con lo stato di fatto, le tavole del progetto, gli interventi proposti e la stima dei costi, scaricabili in formato pdf:

Aggiornamento sullo sgombero di Casa Bettola

Incontro del 28 luglio 2010 con l’assessore alle Risorse umane ed economico-finanziarie della Provincia di Reggio Emilia, Antonietta Acerenza.

L’assessore Acerenza ha incontrato in data 28.07.2010 il Collettivo Sottotetto, promotore del progetto “Casa Bettola”, e i rappresentanti delle associazioni che hanno utilizzato gli spazi della Casa Cantoniera di via della Bettola, contrari allo sgombero e alla vendita dei beni pubblici, Laboratorio Quarto Stato, Alternativa Libertaria, Animali Sociali e Ya Basta RE.

L’assessore Acerenza, incaricata di seguire la questione, ha informato il collettivo e le associazioni di aver sottoposto il progetto presentato un anno fà e la documentazione relativa alla Casa Cantoniera alla presidente della Provincia Sonia Masini.

L’assessore ha comunicato agli occupanti la volontà della presidente della Provincia  di occuparsi personalmente della situazione Casa Cantoniera come unica referente, e che saremo contattati per un ulteriore incontro. Come associazioni sentiamo l’esigenza di aprire delle trattative che si possano chiamare tali, di riscrivere il progetto Casa Bettola, che nel corso di un anno tramite la partecipazione di altre associazioni si è arricchito di tematiche e competenze. In attesa della convocazione della presidente della Provincia ,  le attività all’interno della Casa Bettola, continueranno in un  percorso di partecipazione attiva in città per la  difesa dei beni comuni.

Collettivo Sottotetto, Laboratorio Quarto Stato, Alternativa Libertaria, Animali Sociali e Ya Basta RE.

CARO ASSESSORE TI SCRIVO…

Scriviamo queste poche righe per rispondere alle infelici esternazioni dell’assessore provinciale Fantini il quale,probabilmente in preda ai tipici deliri causati dalla calura estiva, si è pronunciato negli ultimi giorni in merito alla questione dell’imminente sgombero della casa cantoniera di Via Martiri della Bettola.

Tre sono i punti sui quali crediamo di dover assolutamente fare alcune precisazioni, soprattutto per poter dare ai cittadini la possibilità di comprendere ciò che sta succedendo, essendo il tema della vendita del patrimonio pubblico interesse di tutta la collettività:

1. Per prima cosa ci troviamo sconcertati di fronte alle accuse mosse dall’assessore nei confronti di sunia e cgil: è inaccettabile che un amministratore , nel momento in cui viene criticato , risponda denigrando i soggetti che lo criticano . Non sarà che , non avendo spiegazioni plausibili al suo operato, è costretto a ripiegare sulle offese gratuite?

2. Ci troviamo altrettanto sconcertati nel leggere le seguenti parole dell’assessore: “sarebbe interessante conoscere i dati di attività del fantomatico sportello per il diritto alla casa che gli occupanti dichiarano di tener aperto nella casa cantoniera, anche perché non si può accettare che, anziché inserirsi dentro attività già avviate e controllate, vi sia chi abusivamente tenta di occupare spazi in contrapposizione con il pubblico.”

Innanzitutto vorremmo far notare al signor Fantini che i dati riguardanti il lavoro dello sportello, che tanto fantomatico non è, sono stati resi pubblici dal collettivo sottotetto tramite conferenza stampa il giorno 17 marzo 2010 e che sono consultabili da chiunque qui
Ora, da parte dell’amministratore pubblico che dichiara di aver seguito e di conoscere le vicende legate alla casa ed alle attività che vi si svolgono, ci pare un’enorme mancanza l’essersi fatto sfuggire proprio il resoconto di un anno di lavoro dello sportello.
Speriamo vivamente che l’assessore non tratti tutti i temi di sua competenza con la stessa superficialità.
Inoltre ci teniamo a far sapere al signor Fantini che solo una minimissima parte (come avrebbe potuto notare dai dati, se li avesse visti) delle persone che si sono rivolte allo sportello hanno dovuto in seguito scegliere la via dell’occupazione perchè senza altra possibilità .

3. Pensiamo sia vergognoso che un amministratore pubblico si ritrovi a dover dichiarare il falso per giustificare il proprio operato e ci riferiamo al fatto che l’assessore abbia dichiarato di portare avanti le trattative con gli occupanti da un anno. Come già abbiamo detto in precedenza , ripetiamo che c’è stato un unico incontro fra gli occupanti e i rappresentanti della provincia e che dopo quell’incontro sono stati gli stessi rappresentanti della provincia a “far perdere le proprie tracce” per un anno.
Se gli appuntamenti promessi e mai fissati ed il silenzio vengono considerati da Fantini “trattative” speriamo, come sopra, che non tutte le trattative vengano portate avanti in questo modo.

Tre incontri per difendere e costruire un bene comune

MERCOLEDI 14 LUGLIO 21.00  “DIRITTO ALLA CITTA”

Video e dibattiti sui movimenti di lotta per la casa e l’abitare.

MERCOLEDI 21 LUGLIO 21.00  “NE PUBBLICO  NE PRIVATO MA COMUNE”

Incontro per approfondire e discutere gli orizzonti oltre la proprietà privata e la proprietà pubblica.

GIOVEDI 29 LUGLIO     21.00  “FUMETTI DI RESISTENZA”

Incontro con fumettisti che narrano la lotta per la difesa dei beni comuni.

C/O Casa cantoniera “CASA BETTOLA” VIA MARTIRI DELLA BETTOLA  6

Scarica la locandina delle iniziative in formato pdf

CONTRO LO SGOMBERO DI “CASA BETTOLA” – PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI

La casa cantoniera di Via Martiri della Bettola è stata occupata dai membri del Collettivo Sottotetto il 2 giugno 2009. Di proprietà della Provincia di Reggio Emilia, la casa era in stato di abbandono da circa 7 anni ed era già stata messa all’asta due volte senza mai essere acquistata.

Nel settembre 2009, dopo tre mesi di lavori di autorecupero, il Collettivo Sottotetto aveva presentato all’attenzione degli assessori provinciali Acerenza (bilancio) e Fantini (politiche sociali) un progetto ed una proposta di “legalizzazione” dello spazio.

Il progetto comprendeva uno sportello per il diritto alla casa, un appartamento di emergenza per donne, uno spazio sociale a disposizione di diverse associazioni ed un orto sociale.

Tutte le attività sopraelencate sono state realizzate nell’arco di quest’anno mentre le trattative con gli assessori provinciali si sono interrotte a causa degli assessori stessi che dopo aver promesso un secondo incontro di discussione non si sono più fatti sentire.

Durante l’anno di funzionamento della “Casa Bettola” diversi soggetti ed associazioni cittadine che si occupano della difesa dei beni comuni hanno utilizzato lo spazio come ritrovo e come sede per l’organizzazione di eventi che, fra gli altri, hanno visto la partecipazione di assessori, funzionari pubblici, dirigenti di ACER.

Da parte sua la Provincia, dopo un anno di silenzio, si è fatta viva telefonicamente il 30 giugno 2010 tramite l’assessore Acerenza per intimare agli occupanti l’uscita immediata dallo stabile in quanto lo stesso è stato rimesso all’asta e l’eventuale introito messo a bilancio alla voce “manutenzione scuole”.

Ancora una volta quindi ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di svendita del patrimonio pubblico sul territorio cittadino, in perfetta sintonia con le politiche governative di privatizzazione che ormai ogni aspetto della vita sociale: dall’acqua all’istruzione,
dalla sanità alle case popolari, fino al consumo del territorio a favore del cemento e della speculazione.

Troppo spesso ormai le amministrazioni pubbliche si comportano come aziende, valutando il solo valore di mercato dei beni, considerandoli come pura merce, senza tener conto del valore d’uso che questi beni hanno e, in casi come quello della casa cantoniera, ignorando prima di tutto il valore sociale acquisito dall’immobile grazie alle attività ed ai servizi che al suo interno vengono svolti.

Oggi un luogo come la “Casa Bettola” diventa simbolo degli abusi sul territorio e delle politiche miopi di chi amministra il territorio ed è proprio in difesa di tutto quello che rappresenta questo spazio che le associazioni ed i soggetti che lo agiscono e lo vivono oppongono all’intimazione della Provincia il loro netto rifiuto di abbandonare lo stabile e la volontà di continuare a farlo funzionare al servizio della comunità a cui da un anno è stato restituito, comunità che è l’unica legittima proprietaria di questo bene.

Come soggetti promotori invitiamo tutti i cittadini, le associazioni e le realtà cittadine che si riconoscano nel valore della difesa dei beni comuni a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà presso la Casa Cantoniera di Via Martiri della Bettola nr.6 MARTEDI’ 13 LUGLIO a partire dalle ORE 21.00

Collettivo Sottotetto – Associazione Ya Basta! – Alternativa Libertaria – Animali Sociali – Laboratorio Quarto Stato

Ascolta le interviste con i soggetti promotori su Globalproject

Leggi il comunicato di CGIL Provincia e S.U.N.I.A

Per adesioni e contributi: collettivosottotetto@libero.it

Terzo incontro sul diritto all’abitare – Autorecupero e Autocostruzione

L’autorecupero e l’autocostruzione – pratiche edilizie sociali e sostenibili
Un confronto aperto tra le modalità organizzative, tecniche ed economiche messe in atto nelle esperienze di autorecupero ed autocostruzione avviate in alcuni comuni italiani con l’obiettivo di recuperare e integrare il patrimonio edilizio pubblico con interventi di partecipazione diretta da parte dei futuri abitanti. L’incontro approfondirà i temi della collaborazione tra l’amministrazione e le associazioni temporanee di scopo finalizzate alla realizzazione degli interventi, della formulazione dei bandi di partecipazione ai progetti e delle risorse necessarie per offrire una soluzione abitativa a una fascia di cittadini esclusa dai prezzi del mercato immobiliare, delle competenze e delle tecniche messe al servizio di questi interventi.

Programma dell’incontro:

h 17:00 “Mente locale – gli obiettivi sociali ed economici di un progetto di autorecupero a Reggio Emilia” Introduzione dell’arch. Chiara Valli e del Collettivo Sottotetto

h17:20 “Presentazione del progetto di autorecupero promosso dal comune di Bologna”Marzia Casolari, presidente dell’assoziazione di promozione sociale Xenia, Bologna, Marco Gargiulo, Consorzio abn – a&b network sociale di Perugina, Gabriella Monti, Asia Rdb, Bologna

h18:00 “Tecniche e modalità operative in progetti di autocostruzione realizzati” Marco Gargiulo, Consorzio abn – a&b network sociale di Perugina

h18:30Interventi dei partecipanti

Progetto Casa Bettola

Resoconto del progetto Casa Bettola

Il 2 giugno del 2009 il collettivo Sottotetto ha dato vita tramite l’occupazione della casa cantoniera in via Martiri della Bettola al progetto ‘Casa Bettola’, che consiste in uno sportello per il diritto alla casa, un appartamento di emergenza, uno spazio di incontro ed attività culturali a disposizione di associazioni ed un orto collettivo.

Questo progetto è stato presentato alla Provincia di Reggio Emilia con l’intenzione di auto recuperare un edificio pubblico destinato alla svendita mediante asta, per garantire un servizio utile alla collettività a costo zero, vista la mancanza di risorse a disposizione delle amministrazioni per affrontare l’emergenza abitativa in atto. A fine settembre abbiamo avuto un incontro con l’assessore provinciale alla sicurezza sociale Marco Fantini per convenzionare il progetto, con la volontà di uscire dallo stato di occupazione. Nonostante il progetto sia stato valutato utile e positivo per la collettività, l’assessore da allora non si è piu’ interessato ad esso.

Il collettivo ha proseguito a realizzare praticamente quello che si era prefisso nel progetto e a distanza di nemmeno un anno oggi presentiamo i frutti di questo faticoso e gratuito lavoro. L’appartamento di emergenza ha ospitato in 10 mesi 2 donne sole con bambini e 2 famiglie. Una donna con bambino e una famiglia rispettivamente dopo 3 e 5 mesi hanno trovato una soluzione alternativa, lasciando il posto ad altre persone in emergenza.

Lo sportello per il diritto alla casa è stato attraversato da un centinaio di persone e nuclei famigliari. Il primo aspetto che ci ha colpito è stata soprattutto la varietà delle persone e delle storie che si sono avvicinate al collettivo: da persone senza permesso di soggiorno a reggianissimi ex benestanti, da singoli a famiglie numerose, da coppie solide a donne separate con figli al seguito, da studenti precari a nonne combattive che vogliono occupare una casa con figlia e nipote, una varietà che ha sfatato miti e stereotipi prima di tutto nostri, e che ci ha dato una mano ad affinare – e riaffermare – il nostro discorso sul problema casa in città. Questa varietà di persone che hanno attraversato lo sportello dimostra come la questione abitativa sia una problematica estremamente trasversale e diffusasi a macchia d’olio con l’avvento della crisi economica.


CON QUALI PROBLEMATICHE ABBIAMO AVUTO A CHE FARE

Ci sembra importante porre subito l’accento su una problematica collaterale con la quale ci siamo dovuti e ci dobbiamo confrontare nostro malgrado: quella della legislazione sull’immigrazione che, a causa di maglie sempre più strette e razziste, divide gli esseri umani in persone legali e non, costringendo i primi a un degradante gioco dell’oca collegato strettamente al diritto alla casa, lavoro e permesso di soggiorno. Altrettanto importante ci sembra sfatare il mito secondo cui un collettivo come il nostro ha a che fare solo con cittadini stranieri: ben il 45% delle volte infatti si è trattato di italiani, il 49% di

nuclei migranti europei ed extraeuropei e nel restante 6% di nuclei misti.

Il 51% delle persone che si sono rivolte allo sportello lo hanno fatto come portavoce di un nucleo famigliare; nuclei, che per 810 sono composti anche da bambini e per 410 da una donna sola con figli al seguito. Per l’altro 49% si tratta di singoli, spesso studenti o lavoratori precari in cerca di emancipazione dalla famiglia di origine ma frenati dai proibitivi prezzi di mercato.

Il 74% di chi si rivolge allo sportello lo fa perchè è in condizione di morosità su un affitto privato; il 9% è moroso da una casa pubblica, il 10% è vittima di un pignoramento da parte di una o piu’ banche e il 7% è senza fissa dimora. Un dato che ci sembra interessante riguarda il numero di quelli che, quando si sono rivolti a noi, contemporaneamente erano iscritti alle liste per le case popolari: appena l’ 11%. Da questo dato si nota che le persone sempre più spesso rinunciano a iscriversi alla graduatoria delle case popolari. Il 60 % di chi si rivolge allo sportello è disoccupato , un terzo di questi sono ex artigiani che lavoravano nell’edilizia, mentre il 40% ha un lavoro fisso o precario.

Notiamo da questi dati che gli affitti calmierati, l’ agenzia per l’affitto e l’ housing sociale non sono accessibili  per chi ha perso il lavoro e per chi ha un lavoro precario, dimostrandosi inadeguati per le persone che da anni hanno lavorato e  hanno costruito la loro vita nel territorio reggiano, contribuendo alla ricchezza della città.

L’ 81% di chi si rivolge allo sportello è residente a Reggio Emilia o provincia, il 19% è senza residenza e di questi i due terzi hanno perso la residenza dopo lo sfratto.

Notiamo l’aumento della tendenza all’esclusione dal territorio non solo dei migranti esterni extracomunitari, ma coinvolge anche migranti dal sud Italia e i cosiddetti reggianissimi che dopo 6 mesi dallo sfratto perdono la residenza nel territorio,perdendo di conseguenza i diritti di cittadinanza, primo tra tutti la possibilità di rivolgersi ai servizi sociali cittadini.

GLI INTERVENTI DELLO SPORTELLO


Il 23% di chi si è rivolto allo sportello ha usufruito della consulenza legale, il 25% è stato accompagnato ai servizi sociali, il 5% alla Caritas e il 2% al SERT. L’11% ha deciso di occupare una casa pubblica non piu’ assegnabile, 8% è stato ospite di case già occupate ed il 22% ha rinviato o bloccato lo sfratto tramite pressioni politiche e mediatiche, il 10% ha trovato una soluzione con le proprie risorse presso famigliari ed amici e, infine, il 15 % ha accetato le condizioni offerte dai servizi sociali, precedentemente rifiutate perchè vincolate alla divisione della famiglia, da una parte madre e bambini, dall’altra il padre.


Dagli ultimi dati si nota che l’occupazione non è la soluzione piu’ praticata dalle persone che vengono allo sportello, è una scelta obbligata, l’alternativa è la strada. Chi ha deciso di occupare lo fa temporaneamente usando questa soluzione come ammortizzatore sociale, cercando una soluzione meno precaria e lasciando la casa libera per chi ne ha bisogno non appena trova una autonomia di reddito sufficiente.

All’interno di Casa Bettola ha preso sede anche l’associazione Alternativa Libertaria che promuove iniziative di tipo politico, sociale e culturale.

L’orto collettivo è stato vangato, concimato e zappato dalle famiglie che si sono unite al progetto per dare una risposta al rincaro continuo della verdura.