INTERROGAZIONE COMUNALE PER SGOMBERARE IL COLLETTIVO SOTTOTETTO

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LA RISPOSTA DEL COLLETTIVO

Visti gli articoli usciti su "Il Carlino reggio" e "l’informazione"
in data 20 settembre 2007, che si occupavano del collettivo sottotetto
e delle case autoassegnate di Via Compagnoni, ci vediamo costretti a
rispondere pubblicamente al consigliere comunale Marco Eboli e
all’assessore Carla Colzi.

Innanzitutto constatiamo con dispiacere la presenza di
enormi imprecisioni nelle dichiarazioni dei due soggetti istituzionali,
chiaro segno di una superficialità che non dovrebbe mai essere
caratteristica di chi amministra e governa:

1- I numeri civici degli stabili in cui è presente il
collettivo sono 35, 37 e 39 , non quindi il 27 come affermano i due
illustri signori, e fanno parte del terzo stralcio che verrà abbattuto
e non quindi ristrutturato nè tantomeno soggetto a riassegnazioni (a
meno che non si stia pensando di assegnare macerie). Gli stabili in
questione fanno parte di quei 195 alloggi pubblici che verranno
abbattuti per ricostruirne solo 80 ancora pubblici più 88 privati.

2-Chiediamo all’assessore Colzi come ha intenzione di
utilizzare questi appartamenti per "smistare" (vedi articolo del
carlino) i residenti in attesa dei nuovi alloggi quando gli alloggi in
questione, vuoti da 10-15-20 anni, sono in evidente stato di degrado
dato dall’abbandono e dal disinteresse e quando Comune e acer si sono
addirittura resi responsabili della distruzione dei sanitari degli
appartamenti vuoti da meno tempo pur di renderli inagibili ,
appartamenti per logica più consoni ad ospitare gli eventuali
"smistati" (vedi stampa locale del 25 luglio2007).

3- Per quanto riguarda le utenze vengono regolarnmente
pagate dai membri del collettivo che si sono intestati regolare
contratto, insieme ad un affitto simbolico di 30 euro mensili
corrisposto ad acer, calcolato sul minimo legale pari a 28 euro.

4-Le famiglie autoassegnatarie sono 7, di cui due
composte da una sola persona , due composte da donne separate con figli
e tre da coppie di fatto,tutte con lavori , redditi e quindi vita
precaria. Ci dispiace che la signora Colzi, amministratrice ed
esponente di un partito di sinistra, consideri le famiglie non
canoniche come "dei ragazzi che si ritrovano a bere due birre in attesa
che l’appartamento venga demolito".

5-Ci chiediamo se il problema "casa" a Reggio Emilia
siamo noi che, mutuando i termini della denuncia della famiglia Rossi,
abbiamo autoriqualificato appartamenti vuoti e abbandonati, o se il
problema non sia chi fa cassa a spese del patrimonio pubblico, chi
specula, chi non costruisce da anni un metro quadro di edilizia
pubblica in più dell’esistente(vedi intervento di Matteo Sassi,prc, sul
Carlino Reggio la scorsa settimana).

6-Ci chiediamo anche come mai le interpellanze su Via
Compagnoni non siano state fatte sulle 105 case vuote da anni,argomento
su cui si dovrebbe rendere conto agli 850 nuclei familiari in attesa di
casa popolare,invece di scaricare le responsabilità
dell’amministrazione su un collettivo che si occupa, anche tramite uno
sportello pubblico, di difesa e riappropriazione del diritto alla casa
per tutti.

Invitiamo tutta la popolazione della città a venire nel
quartiere Compagnoni a rendersi conto con i propri occhi di quale sia
la gestione pubblica del bene comune, a verificare lo stato di
abbandono e la presenza delle tantissime case sfitte.

 

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