TORMENTONE SICUREZZA

Negli ultimi mesi sembra che il tema della “sicurezza” sia il più trattato e sentito da giornali, telegiornali e cittadini.
 C'è l'allarme sicurezza, l'assessore alla sicurezza, la campagna sulla sicurezza, il prete per la sicurezza, le fiaccolate per la sicurezza.
 La cosa curiosa, a nostro modesto parere, è però che nessuno degli attori di questa assurda commedia del terrore abbia finora affrontato la questione analizzando i reali problemi che rendono insicuro il cittadino. Non ci sentiamo sicuri, è vero.
 Non siamo sicuri di poter trovare e mantenere un lavoro, non siamo sicuri di poter avere ferie, malattia, infortunio, non siamo sicuri di poterci permettere un affitto stratosferico o un mutuo da strozzini, di poter mandare i nostri figli all'università, di poterci pagare le cure di cui potremmo aver bisogno.
 Non siamo sicuri di arrivare alla fine del mese da precari quali siamo e siamo talmente impegnati a guardarci le spalle dal fantomatico scippatore o stupratore ( in questo caso sarebbe meglio guardarsi in casa visto che il 90% delle violenze avvengono in famiglia…) e a sorridere alle migliaia di telecamere che ci circondano per rendersi conto di non essere più padroni delle nostre vite.
Perdipiù, con uno spiccato gusto del grottesco, non troviamo niente di meglio da fare che prendercela con chi è precario e sfruttato più di noi, al secolo i cosiddetti extracomunitari (non statunitensi o svizzeri) e i clandestini (quelli che perdono lo status di esseri umani insieme ai documenti).
Sembra che difendere o conquistare i nostri diritti, quelli che ci spettano in quanto appartenenti alla razza umana, non sia importante. Sembra che conti solo trovare un nemico, chiaramente più debole da buoni vigliacchi, che casualmente corrisponde con quello che chi ci comanda individua per noi come tale, nella sua logica di guerra.
 Ci dicono di lavorare senza garanzie e lo facciamo, ci dicono di pagare affitti impossibili e lo facciamo, ci dicono di avere paura e lo facciamo, ci dicono di odiare e lo facciamo.
Coerenti, questo sì, ma con l'ignoranza e la stupidità.


 

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