OGGI LA CASA NON E’ UN DIRITTO MA UN’EMERGENZA
Sempre piu’ persone sono senza lavoro e quelli che ce l’hanno hanno spesso contratti precari e/o stipendi che non permettono di campare. I redditi e le garanzie sul lavoro diminuiscono di giorno in giorno mentre il costo di affitti e mutui e le spese per il mantenimento di un alloggio continuano ad aumentare . Per molti cittadini sta diventando impossibile mantenere una casa e saranno sempre di piu’ coloro che si ritroveranno senza un tetto sulla testa.
COME SIAMO ARRIVATI A QUESTA SITUAZIONE? DI CHI E’ LA RESPONSABILITA’?
La responsabilità è di chi ha reso, tramite le vergognose leggi sul lavoro, le nostre vite sempre piu’ precarie. La responsabilità è di chi ha totalmente liberalizzato il mercato degli affitti ottenendo un aumento spropositato dei costi per le famiglie e le ha praticamente obbligate ad accendere mutui che ora non riescono piu’ a pagare. La responsabilità è di chi ha venduto le case pubbliche per poi privatizzare le politiche abitative (housing sociale) La responsabilità è di chi ha sfruttato per anni la manodopera a basso costo di chi , in questa città, è arrivato per costruire le migliaia di case previste dai piani regolatori fatti appositamente per favorire gli speculatori , case che ora sono vuote e vuote rimarranno perché nessuno se le può permettere. La responsabilità è di chi , una volta esaurita la necessità di quella manodopera, sta facendo di tutto per disfarsi della presenza scomoda di persone che hanno costruito non solo le case ma anche la propria vita qui. La responsabilità è di chi per anni ha ignorato gli appelli e le denunce pubbliche sull’emergenza abitativa, di chi ha fatto finta di niente e ha negato l’enorme problema sociale legato alla casa mentendo consapevolmente per difendere la propria immagine e lasciando i cittadini indifesi.
A CHE PUNTO SIAMO? DOVE SI ARRIVERA’ DI QUESTO PASSO?
Oggi siamo al punto in cui è quasi impossibile avere un reddito fisso ma senza un reddito fisso è impossibile accedere ai servizi pubblici per l’alloggio: per potersi iscrivere alle graduatorie per le case ERP (edilizia residenziale pubblica) occorre un reddito dimostrabile di almeno 8000 Euro l’anno ed è la soluzione a piu’ bassa soglia di accesso . Per chi ha perso il lavoro, per chi non ha reddito o ce l’ha “a singhiozzo” , le risposte non esistono. I servizi sociali non hanno risorse e chi si viene a trovare in situazione di povertà rimane senza casa. Insieme alla casa si arriva a perdere anche la residenza e con la
residenza si perdono i diritti di cittadinanza compresa la possibilità di rivolgersi ai servizi sociali . Una volta persa la casa e la residenza si è ufficialmente “espulsi” dallo status di cittadini , si diventa fantasmi senza diritti. Per chi poi ha la vita appesa ad un permesso di soggiorno le conseguenze diventano ancora piu’ disastrose.
SE SI PROCEDE DI QUESTO PASSO SI ARRIVERA’ ALLE BARACCOPOLI ABITATE DA INVISIBILI. NOI NON CI VOGLIAMO ARRIVARE.
Le dichiarazioni uscite negli ultimi tempi sui giornali, dalla decisione sulla sospensione degli sfratti per le case pubbliche (che riguarderà una minima parte di chi si trova in emergenza abitativa) al vergognoso scaricabarile di ACER che dopo anni di alienazione del patrimonio abitativo ora riversa la responsabilità su chi ha comprato le case (se le case pubbliche sono state comprate è perché qualcuno le ha messe in vendita…), dimostrano come da un lato non ci sia piu’ la possibilità di far finta di
niente sul problema casa e dall’altro lato come le amministrazioni continuino mettere “pezze” senza affrontare la questione nella sua reale complessità. Il fatto che i nostri amministratori non siano molto lucidi lo vediamo dimostrato anche da uscite come quella del contratto a punti per le case ERP.
CHI SIAMO E COSA VOGLIAMO
Le persone che oggi sono scese in piazza fanno parte di quella fascia di popolazione che è esclusa dalle politiche abitative e che, incontratasi tramite lo sportello per il diritto alla casa del collettivo sottotetto, ha deciso di iniziare una battaglia comune.
Quello che chiediamo è:
1. IL BLOCCO GENERALIZZATO DEGLI SFRATTI
2. L’ISTITUZIONE DI UNA “VIA DEL COMUNE”
DOVE CHI HA PERSO L’ALLOGGIO POSSA MANTENERE LA RESIDENZA
3. L’ATTUAZIONE DI POLITICHE ABITATIVE A BASSA
SOGLIA DI ACCESSO RIVOLTE A CHI NON HA REDDITO O HA UN REDDITO MOLTO
BASSO
4. LA REQUISIZIONE DEGLI ALLOGGI PRIVATI SFITTI APPARTENENTI AI GROSSI
PROPRIETARI IMMOBILIARI
5. LO STOP DEFINITIVO ALLA VENDITA DEL PATRIMONIO ABITATIVO PUBBLICO
PERCHE’ ALMENO QUEL POCO CHE E’ RIMASTO VENGA MANTENUTO
Vedi l’articolo e ascolta le interviste raccolte durante il presidio su Globalproject.